I rifugi alpini, storia delle dimore in quota

Rifugi alpini

I rifugi alpini sono oggi un elemento indispensabile, quasi una parte del paesaggio naturale, per tutti coloro che frequentano la montagna, in particolare durante il periodo estivo.

E' tuttavia necessario sottolineare che la loro storia è piuttosto recente, se paragonata a quella dell'architettura in genere; i primi rifugio propriamente detti, sorsero infatti dopo il 1863, anno di fondazione del Club Alpino Italiano.

Attualmente ancora la maggior parte dei Rifugi sono di proprietà dello Stesso CaI che affida in gestione la struttura.

 

In passato, infatti, l'interesse per la montagna era piuttosto limitato: le popolazioni preferivano stazionarsi e spostarsi in aree di più facile accesso come le pianure, e solamente in rari casi trovarono passaggi per attraversare le catene montuose.

Nel medioevo si rilevò poi un fiorire di ordini monastici che, spinti da uno spirito ascetico, si ritirarono sui monti dando vita ai primi hospitia (Ospizi), per dare assistenza ai viandanti: nacquero così quelli del Sempione, del Gran San Bernardo e del San Gottardo.

Successivamente, a causa di impellenti necessità militari, nacquero i rifugi Napoleonici del Col du Noyer, del Col de la Manse, del Colle dell'Agnello, dell'Izoard e del Col de Vars. Fin qui nessun interesse alpinistico in senso stretto aveva contribuito alla costruzione dei rifugi; inoltre, i valligiani che frequentavano le montagne per la caccia o la pastorizia, erano soliti "arrangiarsi" con rifugi di fortuna, spesso insieme allo stesso bestiame.

Nel corso del XIX secolo, con lo sviluppo di un nuovo atteggiamento dell'uomo nei confronti della montagna, non più vista come qualcosa di mostruoso ma come un mondo da scoprire e con cui misurarsi, nacquero i primi rifugi così come li intendiamo oggi.

 

Il primo fu il Rifugio Alpetto (2268 mt.) sul Monviso, costruito nel 1966

Negli anni successivi i rifugi si moltiplicarono, concentrandosi principalmente nella zona della Val d'Aosta e delle Alpi Cozie e Graie.

Nel 1874 nacque il Rifugio delle Aguilles Grises (3071 mt.), punto di partenza per le prime ascese del Monte Bianco, dove poi fu eretto anche il Rifugio del Colle del Gigante qualche anno più tardi; sul Monte Rosa ricordiamo il Rifugiio dell'Hohes Licht, di cui ancora oggi si possono vedere i ruderi salendo verso il Rifugio Mantova da Gressoney, la Capanna Linty e la Capanna Gnifetti (3647 mt), tutt'ora attiva.

Risale invece al 1877 il primo rifugio delle dolomiti, una zona che ha suscitato interessi alpinistici solamente dopo la metà dell'800, grazie soprattutto agli esploratori nordeuropei come Paul Grohman: si tratta di un piccolo rifugio scavato nella roccia della Marmolada; poco più tardi, nella stessa zona, sorse il Rifugio Contrin (2016 mt.), ad oggi uno dei rifugi ancora attivi più antichi della Alpi.Rifugi alpini

 

L'Italia vanta il più alto rifugio alpino d'Europa: è la Capanna Regina Margherita (4.559 mt.), situata sulla punta Gnifetti del Monte Rosa

 

Dopo qualche decennio entrò nella scena alpinistica una nuova costruzione: il bivacco fisso (se siete interessati leggete il presente approfondimento sui Bivacchi). I primi comparvero durante gli anni venti, posti nelle zone più alte ed impervie, come punto di appoggio per l'ascesa alla vette, inizialmente costruiti in legno e pietra ma ben presto trasformati nelle costruzioni in lamiera che ancora oggi incontriamo.

 

 

Durante tutto il 900, grazie all'opera delle varie sezioni dei CaI , i rifugi nelle Alpi si sono moltiplicati, modificando nel tempo il loro aspetto, fino a raggiungere i giorni nostri quando i costruttori cercano di rispondere a nuove esigenze come il risparmio energetico e l'ecosostenibilità, dando vita a costruzioni innovative che non mancano di suscitare polemiche: tra i vari esempi la nuova Monterosahutte sul Ghiacciaio del Gornergrat o il Rifugio Gonella sul Monte Bianco

 


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