Legge sulla toponomastica altoatesina: ricorso alla Corte Costituzionale

Sembra una storia senza fine quella della legge sulla toponomastica dei sentieri in Alto Adige, questione che si trascina ormai da oltre un anno con una coda di forti polemiche; questa volta la problematica è arrivata a livello nazionale con il Consiglio dei Ministri che ha impugnato di fronte alla Corte Costituzionale l'ultima versione della legge, quella del 20 settembre 2012, in quanto contrastante con norma internazionali, e di conseguenza vietata sia datoponomastica alto adigella Costituzione che dallo statuto di Autonomia. Il provvedimento legislativo sostenuto nella Giunta di Bolzano dalla Svp e dal Pd mirava a eliminare dalla toponomastca sentieristica altoatesine alcune denominazioni obsolete e poco utilizzate, nate dalla traduzione letterale o risalente al ventennio fascista di alcuni toponimi di origine tedesca. Questo a suscitato la forte reazione dei partiti di centro-destra, secondo i quali un'azione del genere sarebbe significato un predominio assoluto della componente germanofona, a discapito degli escursionisti italiani. L'intenzione di alcune componenti politiche di creare un sistema di segnaletica bi- o trilingue (tedesco, italiano e ladino), è stato alla fine ampiamente modificato in seguito alle pressioni sia della Svp sia dei gruppi più estremisti della maggioranza tedesca, portando così allo scontro con le autorità dello Stato. Ad oggi, quindi, la questione è ancora ferma in attesa del giudizio della Corte Costituzionale che, con le ben note tempistiche, chiarirà le sorti delle montagne e delle località altoatesine; potremo finalmente sapere se staremo scalando la Vetta d'Italia o il Glockenkarkopf, se staremo attraversando Freienfeld o Campo di Trens e se potremo sciare il Val Senales o in Schnalstal.