Un nome che tra gli appassionati di climbing estremo rappresenta quanto di più affascinante esiste sulla Terra: El Capitàn.
L'enorme monolite, alto 2307 mt., si erge verticale nel Parco Nazionale dello Yosemite nel cuore della California; questa montagna è dagli anni 50 una delle sfide più impegnative per gli appassionati di arrampicata estrema: più di settanta vie si sviluppano infatti lungo gli oltre 1000 metri di parete verticale (denominata Nose ovvero il Naso)
El Capitàn è un'imponente struttura granitica venutasi a creare milioni di anni fa e successivamente plasmata dall'azione dei ghiacciai.
Il nome gli venne conferito a metà del XIX secolo da parte del Battaglione Mariposa (in esplorazione di questa zona) nel tentativo di tradurre l'espressione con cui gli indigeni pellerossa chiamavano la montagna.
Una delle particolarità che caratterizzano El Capitàn è la contrapposizione tra le sue due facce: da un lato, infatti, la vetta è facilmente raggingibile con un sentiero escursionistico che risale il dolce pendio erboso nella valle dello Yosemite, mentre dall'altra, la parete precipita verticale per oltre 1000 metri, per la gioia dei rocciatori più esperti.
Sulla vertiginosa parete si contano ora più di 70 Vie di arrampicata, tutte molto lunghe e vista la caratteristica di questa parete anche più o meno estremamente difficili.
Tra le vie più popolari sulla parete di El Capitàn c'è sicuramente The Nose: l'apertura di questo percorso costò 47 giorni di lotta contro la forza di gravità, ma che alla fine ha dato origine a una delle linee più belle e impegnative del mondo.
The Nose è stata la prima Via aperta su El Capitan, classificata come 8b+/5.14a e salita pensate nel lontano 1958 da Warren Harding, Wayne Merry e George Whitmore ( nel 1993 fu ripetuta in libera dall'arrampicatrice statunitense Lynn Hill)
Oggi per percorrere questa via, i climbers più abili impiegano circa quattro o cinque giorni, costretti ad organizzare vertiginosi bivacchi in parete.