La fata del Lago di Prêz, leggende valdostane

Fata del Lago - photo by leemozionidilucy.blogspot.comLa leggenda narra che nella conca di Prêz, è possibile risalire ad alcune tracce di un'antichissimo lago, bellissimo e dai colori incantevoli che risplendeva in queste valli.

Lo specchio d'acqua era custodito da una fata, la creatura viveva in una grotta adiacente al lago e lei ne era la custode, era premurosa e faceva di tutto per mantenerlo sempre in ottimo stato, le sue acque erano tanto limpide e fresche che donavano frescura ai boschi circostanti e servivano per irrigare i vicini campi che erano sempre verdi e rigogliosi.

Con gli umani era schiva e non si voleva mai mostrare, si era a conoscenza della sua presenza solo grazie ad un canto armonioso, infatti la leggenda narra che quando la fata era felice cantava una bellissima melodia che si poteva udire in tutta la vallata. Molti la descrissero come una fanciulla bellissima, ma purtroppo nessuno l'aveva vista con i propri occhi, perchè appena vedeva un essere umano lei si trasformava in serpe per sfuggire ad occhi indiscreti.

Un giorno due pastorelli si trovavano nelle vicinanze del lago, al riparo dal sole dietro ad una roccia, qui stavano approfittando di qualche minuto di pausa dal lavoro e ad un certo punto udirono un fantastico canto, il più grande dei due disse che non aveva mai udito una simil sinfonia, mentre il più piccino affermò con quasi totale sicurezza che si trattava della Fata del Lago. Il maggiore disse di rimare in silenzio altrimenti la giovane si sarebbe accorta della loro presenza, i due rimasero in un silenzio tombale senza neanche respirare e ad un certo punto la videro sbucare da un cespuglio.

Era l'essere più bello che avessero mai visto, con dei capelli lunghi e biondi e due occhi colore del lago, la ragazza però si accorse della presenza dei due montanari e di colpo fuggì verso il lago con una rapidità e una leggiadria stupefacente.

I due pastorelli di primo acchito cercarono di rincorrere la fata, ma dopo poche decine di metri persero ogni tipo di traccia, lei sembrava proprio essersi svanita nel nulla.

Dopo pochi minuti i due piccoli videro una serpe enorme stesa in riva al lago, tanto grande e con delle squame che brillavano di un colore oro acceso, i due fanciulli spaventati scapparono via di colpo. Per diversi mesi non si udì più nessuna melodia provenire dal lago e qualche visitatore raccontò di aver visto una serpe enorme dorata che prendeva comodamente il sole nei pressi del lago. Nessuno osava avvicinarsi e tantomeno disturbarla.

Un giorno transitò di li un cacciatore, l'uomo si stava rinfrescando nelle limpide acqua quando a poca distanza da lui intravide il maestoso animale, la serpe non si curò neanche dell'umano e rimase immobile al sole.

Il cacciatore però fu incuriosito dalle sue squame, le quali brillavano di oro e secondo lui potevano avere un valore inestimabile, l'uomo senza pensarci due volte estrasse il fucile e gli sparò.

La serpe si lasciò a questo punto cadere nel lago, ed avvenne una terribile maledizione.

Le acque a questo punto iniziarono a ribollire e si colorarono di sangue, a poco a poco il livello si abbassò sempre di più. Esso stava defluendo nel torrente Pacolla, e di lì si riversarono nel Lys, tingendolo di rosso.

Dopo poche ore dello specchio d'acqua non restò più nessuna traccia, con la fata morì anche il suo lago.

A poco poco nei giorni e nei mesi successivi anche tutta la conca di Prêz perse il suo aspetto verdeggiante, senza la frescura delle sue acque il territorio diventò brullo e aspro e non ci fu più traccia del bellissimo lago.