Vie storiche alpine: la Via del Settimo

Via del Settimo - photo by summitpost.orgIn un angolo quasi incontaminato della Svizzera, lontano chilometri e chilometri dal caos e dal frastuono delle località mondane, è possibile percorrere oggi a piedi quella che nei secoli passati è stata una delle più importanti vie di comunicazione tra il nord e il sud delle Alpi, e che oggi risulta sconosciuta alla maggioranza di coloro che frequentano le nostre montagne.

 

Intorno alla metà del XIII secolo i pellegrini raccolsero e scrissero negli “Annales Stadenses” i diversi percorsi per raggiungere Roma o Gerusalemme dal Nord Europa. Una tra queste grandi Vie Alpine è la Via del Settimo, importantissima arteria che serviva a collegare il Lago di Como e la Pianura Padana con Coira, un tempo capitale della Rezia, e di conseguenza il nord Europa. La via del Settimo risaliva dalla punta settentrionale del Lario verso la Val Chiavenna per poi percorrere la quasi totalità della Val Bregaglia fino agli oltre 1400 metri di Casaccia, dove iniziava la faticosa salita verso il Passo del Settimo (Septimerpass in tedesco e Pass da Set in romancio); da qui si poteva poi scendere a Bivio e Savognin, per raggiungere rapidamente Coira.

Il principale vantaggio di questo percorso era costituito dal fatto che si potevano attraversare le Alpi con una sola salita e una sola discesa: un fatto più unico che raro visto che molte delle altre vie alpine erano un susseguirsi di valichi e vallate. Il Passo del Settimo era un passaggio di notevole importanza già ai tempi dei romani, come testimoniato da alcuni resti dell’antica mulattiera, ancora visibili e percorribili al giorno d’oggi. Fino al Medioevo e in generale fino a quando il trasporto avveniva caricando il materiale sui muli il passo ebbe abbondante frequentazione. Il culmine del valore commerciale del Settimo si ebbe però nel medioevo, quando la sede stradale fu allargata per permettere il passaggio, oltre che dei muli, anche di carri di grosse dimensioni, mentre sul valico fu costruito un ospizio (Ospizio di S. Pietro) con il fine di ospitare i viandanti che passavano di lì (i ruderi di questa struttura sono visibili ancora oggi e furono trovati frammenti di ceramica ed una moneta d'argento di epoca romana).

Alla fine del Trecento la strada del Settimo fu in diversi punti rinnovata per permettere il transito di carri molto pesanti. La sua sede stradale era ampia e comoda ed il suo utilizzo comportava il pagamento di un pedaggio

Nella prima metà dell’800, tuttavia, la costruzione della strada carrozzabile dello Julierpass (Pass dal Guglia in romancio), tra Bivio e Silvaplana, fece progressivamente diminuire l’importanza del Passo del Settimo, compromettendone anche la qualità della struttura viaria. La Via del Settimo rimasta una mulattiera sterrata finì quindi per passare in secondo piano.

 

Nonostante ciò, intorno al 1990 l’intervento dell’IVS (Inventario delle Vie storiche della Svizzera, l'Ente federale che ha l'incarico di catalogare le vie storiche), grazie a contributi statali ma anche di privati o volontari, riuscì a ristrutturare e ripristinare l’antico tracciato da Casaccia a Bivio.

Partendo da Casaccia (1456 mt. Di quota), il villaggio più elevato della valle, si trovano in prossimità del cimitero all'inizio del paese i cartelli escursionistici della “Via storica del Settimo”. In circa 5 ore (percorso abbastanza impegnativo) è possibile compiere l’intera traversata, percorrendo per molti tratti l’antica mulattiera, rimodernata con muretti a secco e ponti in pietra, in un ambiente naturale severo ma spettacolare, che solo le vette dell’Engadina possono regalare.

Per chi decidesse di affrontare questa escursione, a Bivio il servizio degli autobus permette di ritornare a Casaccia, luogo di partenza del nostro itinerario a piedi.

 

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