Mario Dell'Oro, Il Boga

Mario Dell'Oro - foto by banff.itMario Dell'Oro, per tutti il “Boga” nasce 1 Ottobre 1906 e, dopo aver trascorso i primi anni della sua gioventù a Civate (piccolo paesino in prov. di Lecco), si trasferisce sopra Lecco nel rione di San Giovanni.

Mario è un ragazzo mingherlino, con i capelli biondi ed esili gambe; la sua passione è la montagna ed in particolare si innamora delle affascinanti vette del lecchese ora più vicine che mai. Mario fa gruppo con alcuni ragazzi del paese in cui abita, tra cui ricordiamo Riccardo Cassin, e insieme a loro effettua le primissime escursioni. Nonostante la corporatura molto esile riesce benissimo a stare nel gruppo e anzi si conferma uno dei più forti.

Il campo scuola di questp gruppo di ragazzi è tra le montagne della vicina Valsassina : Grignetta, Grignone e Resegone; proprio su quest'ultimo monte il gruppo decide di effettuare la prima arrampicata su Roccia.

La meta prescelta è l'ascensione per il Canale Cazzaniga; il gruppetto è all'oscuro della via e del materiale che occorre per praticarla, e dopo essersi informato a lungo decide di acquistare per qualche lira una corda scalcinata da un bracconiere.

Il gruppo di neofiti arrampicatori è composto da 15 ragazzi e ragazze, tra cui i più importanti erano sicuramente i capogruppo Mario dell'Oro e l'amico Cassin.

I due giovanissimi insieme a qualche altro amico arrivano per primi sulla vetta, entusiasti di questo loro primo contatto con la roccia decidono di acquistare del materiale idoneo per arrampicare.

La seconda uscita in programma è la Guglia Angelina (Grignetta), perchè uno dei ragazzi del gruppo, mentre stava percorrendo un sentiero escursionistico, aveva visto una cordata che provava a salirla.

Il Boga inizia ad attaccare la parete salendo da una linea di sua intuizione, saggiamente dopo una decina di metri decide di rinunciare perchè senza chiodi era sconsigliabile proseguire.

Il Boga senza saperlo aveva iniziato a tracciare quella che poi sarà la via Mary, aperta qualche anno dopo da Cassin.

Il gruppo dopo aver provato un'altra via, che poi risultò essere la via corretta, giunge in cima. I due capogruppo, rispettivamente Cassin e il Boga guidano i compagni fino alla cima.

Inizia da quel momento una serie di salite sempre più impegnative; i due giovanissimi non avevano effettuato nessuna scuola, la tecnica era tutta loro personale suggerita dall'istinto e dalla grande passione.

Una bella svolta alpinistica avviene con Mary Varale, una ragazza che aveva già fatto gran scuola sulle Dolomiti arrampicando con i migliori maestri della zona. Cassin e il Boga affinano certi accorgimenti che gli permettono di proseguire meglio sulla roccia.

Arriva anche il momento per i due fuoriclasse di aprire una via tutta loro. La Valsassina e Lecco, che erano il loro ambiente naturale gli suggerirono il Medale, una montagna rocciosa che si innalza per 400 mt. Sopra Lecco.

Cassin e il Boga si presentano alle 5.00 di mattina all'attacco della Via, è la prima domenica di settembre del 1933 e dopo 12 estenuanti ore di arrampicata i due si trovano a 40 mt. Dalla cima, quando purtroppo a causa del buio e di un incidente ( era caduto il materiale con i chiodi) rimangono impossibilitati a continuare. Per fortuna il loro amico Giuseppe Gerosa, che era sceso dai Pian dei Resinelli (Lc) per aspettarli in cima, riesce a calargli la sua fune, recuperandoli e riportandoli in vetta.

L'anno successivo il Boga, Ugo Tizzoni e Francesco Polvara ripeterono la via portandola a termine fino il cima, il Boga aveva coronato il suo sogno, una via tutta sua, la Via del Boga al Medale ora molto famosa e di grande rilevanza alpinistica.

In tutto l'ambiente lecchese il Boga è conosciuto e ammirato, diventa un elemento prezioso anche per il Cai di Lecco, per il quale manda avanti il progetto di creazione della prima squadra di soccorso alpino volontario, costituita a lecco nel 1932.

1933 il Boga e compagni si trasferiscono sulle Dolomiti per compiere la prima “spedizione” su quelle montagne, i ragazzi partono subito all'attacco delle gigantesche pareti del gruppo delle Tre Cime di Lavaredo, dove ripercorrono tranquillamente le vie classiche. Il Boga col compagno raggiunge la vetta della Punta Frida per la via Innerkofler. Fu poi la volta della Guglia De Amicis sui Cadini di Misurina e delle Tofane, della Torre Grande d’Averau per la fessura Dimai.

Nell'anno successivo (1935) il gruppo di rocciatori viene inquadrato nel Fascio Giovanile, che gli offre la possibilità di effettuare un camp ogni anno in una località sempre diversa.

Si preparano per soggiornare nei pressi del Rifugio Vazzoler al Civetta, dove Cassin e il Boga ripetono la famosa Via Solleder, allora una delle vie più dure di sesto grado.

Il Boga all'attacco dell'Angelina - foto by webalice.it

Sulla Torre Trieste, che si erge maestosa di fronte al Vazzoler, il Boga con Giudici e Longoni segna un nuovo tracciato sulla parete sud-ovest. Anche in Val Masino sull’evidente spigolo Parravicini alla Cima di Zocca con Tizzoni e Cazzaniga e sulla Punta Allievi con Tizzoni traccia nuovi itinerari.

Il Boga vuole cimentarsi sulle sue montagne lecchesi anche in qualche salita invernale, sceglie quindi la Fasana del Pizzo della Pieve che si eleva per oltre 800 metri sopra Primaluna (Lc). Purtroppo la grandissima quantità di neve e ghiaccio unito allo scarso equipaggiamento fa desistere il Boga, che colleziona il suo primo e ultimo insuccesso.

Negli anni successivi l'attività alpinistica del Boga e del suo gruppo si riduce notevolmente, il grande conflitto bellico rompe le amicizie e le storie di scalate. Il Boga continua da solo in allenamento fino a quando entra nelle file partigiane dove si distingue anche per il grande coraggio.

Purtroppo nel 1956 Mario Dell'Oro perde la vita per un'incidente sul lavoro, egli infatti è addetto in un casello sopra al Rione di Belledo (Lecco) dove compiva da anni un pericolosissimo lavoro per una fabbrica di munizioni. Un'esplosione distrugge il casello e dilania il povero Boga che muore poche ore dopo all'ospedale.

Lecco, Il Cai e tutti lo ricordano come una grandissima persona, immensa sia dal punto di vista alpinistico che umano. La Sezione di Lecco del CAI, alla quale diede sempre largo contributo in tutte le manifestazioni sociali, gli ha dedicato la sala da pranzo nel proprio rifugio ai Piani di Bobbio.

Mario Dell'Oro “Il Boga” ha aperto oltre 22 nuove Vie sulle Grigne, la prima ascensione della Punta Stoppani sul Resegone, 3 nuove Vie sulle Dolomiti e due nuove vie in Val Masino.

 

Numerose anche le scuole di Alpinismo che portano con onore il suo nome, compresa quella di cui faccio parte io ( Scuola di Alpinismo Mario Dell'oro del Cai di Carate Brianza).