Ettore Castiglioni, signore dell'alpinismo

 

Ettore,Castiglioni

 

Ettore Castiglioni fu uno dei più grandi alpinisti italiani, nel corso della sua breve vita aprì ben 200 nuove Vie in tutto l'Arco Alpino.

 

Ettore Castiglioni nasce a Ruffrè nel cuore della Val di Non in Trentino Alto Adige nel 1908, originario di una ricca famiglia milanese.

Castiglioni è un uomo colto, laureato in giurisprudenza è amante della musica e dell'arte.

Da sempre affascinato dal mondo della Montagna diventa uno dei più forti alpinisti a cavallo tra le due guerre, la sua carriera inizia prestissimo, a 15 anni scala per la prima volta sulle Dolomiti alcune pareti di elevata difficoltà.

 

La grande passione e cultura per il mondo della Montagna porta Ettore Castiglioni a costruire un proprio ideale alpinistico volto non solo alla pure ricerca della massima difficoltà, quanto all'esplorazione e studio dei gruppi montuosi.

Ettore Castiglioni apre diverse Vie anche non di difficoltà estrema, la sua idea era quella di esplorare, conoscere e scoprire nuove salite.

 

Per Castiglioni è molto importante è la figura del compagno, le sue salite principali le effettuerà sempre con un compagno fidato, con il quale instaurerà un valido legame.

Uno dei primi fidati compagni fu Celco Gilberti, con il quale scalò lo spigolo Ovest della Presolana (Ottobre 1930).

Sempre con Gilberti apre una difficile Via sulla parete Nord-Ovest della cima Busazza, nell'Agosto del 1931

Come abbiamo già letto il vero e proprio exploit alpinistico di Castiglioni avvenne nel periodo tra le due guerre.

Nel 1933 trova come compagno per le scalate il mitico Bruno Detassis, con il quale aprirà importanti Vie.

Con Detassis, soprannominato il Re del Brenta, apre molte Vie su questo gruppo dolomitico, in particolare la Nord del Dos di Dalun e la diretta della Torre Gilberti.

 

L'esplorazione di Ettore Castiglioni procede anche oltre oceano, nel 1937 partecipa ad una spedizione alpinistica in Patagonia guidata da Aldo Bonacossa.

Sempre nel 1937 conquista la parete Nord-Ovest del Pizzo Badile, salita effettuata con Vitale Bramani

 

Data la sua grande cultura e conoscenza, Ettore Castiglioni scrive anche per lo stesso CAI e per il Touring Club Italiano diverse guide alpinistiche sui gruppi montuosi da lui maggiormente frequentati

 

Nel 1942 viene chiamato alle armi, ricopre il ruolo di sottotenente degli alpini e istruttore della scuola militare alpina di Aosta.

Ettore Castiglioni però da subito aderì alla resistenza e all'opposizione al Fascismo, organizza un gruppo di partigiani in Valpelline (Valle d'Aosta) e diventa parte del Comitato i Liberazione Nazionale (CLN)

La grande capacità alpinistica del gruppo di partigiani, guidata ovviamente da Ettore Castiglioni, unita anche alla posizione strategica del luogo scelto (Alpe Berio a poca distanza dal confine svizzero), permise di mettere in salgo centinaia di antifascisti, tra cui Luigi Einaudi (che diventerà poi il primo Presidente eletto della Repubblica italiana).

Il Gruppo di partigiani, per sostentamento e autofinanziamento, effettuava contrabbando in Svizzera, commercializzando più che altro sigarette e forme di formaggio.

Durante una di queste operazioni Castiglioni venne arrestato, dopo poco liberato però gli fu vietato l'espatrio in territorio svizzero.

Torna però clandestinamente in Svizzera (probabilmente per compiere un lavoro per conto del CLN) con un passaporto intestato ad un cittadino svizzero, la polizia elvetica lo scopre e questa volta lo arresta definitivamente.

 

Viene trattenuto presso l'Hotel Longhin a Maloja e rinchiuso in una stanza all'ultimo piano, per escludere una sua potenziale fuga viene privato dei pantaloni e dei suoi scarponi da montagna.

Il 12 Marzo del 1944 decide comunque di scappare calandosi dall'ultimo piano con delle lenzuola, munito solo di una coperta, senza pantaloni e scarpe, decide di affrontare il Ghiacciaio del Forno e di far rientro in Italia verso la Valmalenco.

Ovviamente privo di adeguate attrezzature ed esposto alle intemperie si accascia sfinito sulla neve e muore assiderato pochi metri dopo il confine di Stato.

 

Il suo corpo viene seppellito a Tregnago (Verona) dove la famiglia possiede una villa (Villa Adelia) all'epoca utilizzata da Castiglioni per i suoi soggiorni e per scrivere alcune delle sue guide alpinistiche

La Sezione CAI di Tregnago (Vr) è a lui intitolata

 

In onore a Ettore Castiglioni viene realizzato un film documentario: "Oltre il confine"

Realizzato nel 2017 e diretto dai registi Andrea Azzetti e Federico Massa.

Diventa il documentario italiano più premiato e visto del 2017