Guido Rossa, l'Alpinista Italiano ucciso dalle Brigate Rosse

 Guido Rossa - foto di Sherpa-Gate

 Guido Rossa, famoso e sfortunato alpinista italiano, venne ucciso dalle Brigate Rosse il 24 Gennaio del 1979.

I media lo ricordano come uno dei simboli della lotta all'eversione e al terrorismo; ma Guido Rossa fu anche uno straordinario Alpinista, un uomo che della Montagna ne fece la sua esistenza e sulla quale fondò i proprio valori e ideologie.

 

Andiamo a scoprire insieme la sua storia e le imprese che l'hanno reso celebre nel mondo alpinistico mondiale:

 

Guido Rossa nasce a Cesiomaggiore (BL) il 1 Dicembre del 1934, all'età di 4 anni la sua famiglia, per motivi lavorativi, lascia il bellunese e si trasferisce a Torino.

Guido negli anni della Guerra presta servizio militare negli Alpini Paracadutisti, a soli 14anni di età è purtroppo costretto, per esigenze economiche della famiglia, a lavorare in Fabbrica.

La sua prima esperienza lavorativa è offerta dalla Fiat, che lo assume come Operaio

Guido in da ragazzo mostra il suo carattere forte, cerca in tutti i modi di difendere i diritti della classe operaia, non accettando minimamente i soprusi

 

Sono gli anni nei quali Guido muove i primi passi, nonché i primi successi, in ambiente alpinistico.

Parte chiaramente dalle Montagne vicino a casa, frequentando assiduamente la Parete dei Militi in Valle Stretta (Bardonecchia)

Tra le sue prime salite degne di nota vi è la celebre Via Gervasutti in Inverno.

Al compimento dei 17anni di età ripete le due Vie di Comici in Lavaredo (Dolomiti)

In Valle d'Aosta compie la cresta sud dell’Aiguille Noire e la Ratti-Vitali alla parete ovest

Nel 1956 porta a termine una straordinaria impresa di Alpinismo in velocità, in sole 3 ore effettua il concatenamento della Via Gervasutti con la Fessura de Albertis e lo spigolo Fornelli (Parete dei Militi)

 

Verso la fine degli anni '50 conosce e sposa Silvia, suo grande amore e compagna di una vita.

La donna è residente in Liguria, così Guido è costretto per i primi anni a fare il pendolare da Torino, fino a quando finalmente riesce a trovare un acciaieria in Liguria che lo assume.

Sembra l'inizio di una vita tranquilla ma non è così, il loro primo figlio, Fabio, muore soffocato da una fuga di gas.

Per la famiglia è un durissimo colpo, faticano a riprendersi anche se dopo un paio di anni avranno una bambina di nome Sabina.

 

La passione per l'Alpinismo è sempre più forte, il giovane Guido ripete tantissime Vie Classiche notevolmente difficili per l'Alpinismo di un tempo:

Cassin al Badile, Bonatti al Grand Capucin, Tissi alla Torre Venezia, Carlesso alla Torre di Valgrande, Livanos alla Cima Su Alto, Steger al Catinaccio, Graffer al Campanile Basso, Dibona al Croz dell’Altissimo, Hasse alla Roda di Vael, Vinatzer e Soldà alla Marmolada.

 

A soli 29anni è uno dei più giovani alpinisti ad aver partecipato alla spedizione CAI di Torino al Langtang Lirung, nell'Himalaya del Nepal.

Qui purtroppo subisce un nuovo ed ennesimo colpo, durante la salita perde infatti due amici, Giorgio Rossi e Cesare Volante.

 

Guido Rossi è un'alpinista moderno, in anticipo sui tempi, sempre aggiornatissimo sulle moderne tecnologie e desideroso di applicare le sue conoscenze tecniche e professionali nell'utilizzo di qualche materiale.

Grazie ad alcuni speciali bulloni recuperati in Officina alla Fiat, realizza i primi proototipi di chiodi a pressione.

Scoperta che gli darà nuovamente un po di luce nel mondo alpinistico internazionale.

 

Negli anni successivi effettua un tentativo di prima invernale alla Cresta Sud dell'Aguille Noire de Peuterey e anche la ripetizione della parete sud del Dente del Gigante

 

La vita di Guido Rossa è scandita da la passione dell'Alpinismo ad un grande impegno per il Sociale, egli infatti si impegna sempre di più nella difesa dei più deboli e dei bisognosi.

Negli ultimi anni Guido abbandona le Vie impegnative in Montagna per dedicarsi in maniera attiva alla CGIL e nel PCI.

Casualmente, durante una normale giornata lavorativa scopre un suo collega a distribuire volantini eversivi, Guido non ci pensa due volte e lo denuncia immediatamente.

Con questo fatto entra definitivamente nel mirino delle Brigate Rosse

 

La mattina del 24 Gennaio del 1979, Guido Rossa viene ucciso con un colpo di pistola davanti alla sua abitazione.

L'esecuzione è stata vittima delle Brigate Rosse.

Termina così la vita dell'Operaio e Sindacalista dell'Italsider, nonché grande Alpinista Italiano.