Riccardo Cassin, icona dell'alpinismo italiano

Riccardo Cassin

 

Nel mondo dell'alpinismo italiano e non solo, Riccardo Cassin rappresenta un'icona, un personaggio che ha segnato la storia e che, anche dopo la sua scomparsa, continuerà sicuramente ad essere protagonista.

 

I suoi capelli radi e bianchi, la sua faccia rassicurante, lo fanno somigliare come ad un nonno buono, che racconta la sera ai suoi nipoti le imprese che hanno caratterizzato la sua vita, un nonno che ne ha vissute tante e che vorrebbe viverne ancora.

Era il 1909, precisamente il 2 Gennaio, quando Riccardo Cassin nacque a San Vito al Tagliamento (Friuli Venezia-Giulia); tuttavia la sua vita, soprattutto nella giovinezza, è sempre stata legata a Lecco ed alle sue montagne, luogo in cui si trasferì da giovanissimo nel 1926.

L'infanzia di Cassin non fu certamente delle più semplici, anzi fu proprio una dura prova che temprò al massimo l'animo di questo giovane ragazzino. Il Padre da giovane lasciò ben presto la famiglia per recarsi a lavorare in Canada, dove purtroppo perse la vita sul lavoro a soli 29anni.

Riccardo rimase quindi con sua Madre e una sorellina più piccola di lui.

La sua vita cambia nel 1926, dove dal Tagliamento si trasferisce a Lecco, dove si appassiona di Montagna e di Alpinismo con le vicine cime della Grigna

Come tutti i ragazzi della zona, le montagne di casa come il Resegone e le Grigne rappresentano una palestra d'allenamento di altissimo livello.

Superata l'età di vent'anni, i suoi orizzionti si aprirono ed inizio a scalare pareti anche al di fuori delle prealpi lecchesi, per esempio sulle Dolomiti, dove si impose tra le tante sulla nord della Cima Ovest di Lavaredo (1935) con Vittorio Ratti.

Gli anni '30 sono l'epoca del famoso Sesto Grado, Cassin diventa una delle figure principali di questo alpinismo “estremo”, risolvendo appunto diversi problemi alpinistici che erano considerati impossibili fino a quel momento.

Le due più grandi imprese di Riccardo Cassin, si concretizzarono pochi anni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale: la celeberrima salita della Nord Est del Pizzo Badile nel 1937, con la cordata di Ratti ed Esposito con i comaschi Molteni e Valsecchi, che moriranno di sfinimento lungo la discesa; e la scalata dello Sperone Walker sulla nord delle Grand Jorasses, nel 1938. Passato il periodo delle grandi pareti, a partire dagli anni 50' Cassin si dedicò alle grandi spedizioni extraeuropee, insieme ad altri grandi alpinisti come Walter Bonatti e Carlo Mauri.

Fu così che si rese protagonista della conquista del Gasherbrum IV nel 1958 ( con Walter Bonatti e Carlo Mauri) e del Mount McKinley, in Alaska, nel 1961.

Ci fu un'impresa, pero, che nonostante non fosse una "prima", ha consacrato Riccardo Cassin nell'Olimpo dei più grandi alpinisti di tutti i tempi: la ripetizione della Nord Est del Pizzo Badile nel 1987, all'età di 78 anni, e rigorosamente indossando l'inconfondibile maglione rosso dei Ragni di Lecco!Riccardo Cassin sulla nord est del Pizzo Badile

Nel 1975 guida la spedizione alla parete sud del Lhotse, a cui partecipa anche Reinhold Messner e che viene respinta dal maltempo

 

Cassin è stato anche inventore di moltissima attrezzatura da Alpinismo e Arrampicata; a lui si deve la produzione dei primi chiodi da roccia, seguiti negli anni successivi da martelli da alpinismo, dalle piccozze, moschettoni e le prime giacche imbottite di piumino d'oca per le spedizioni alpinistiche extraeuropee.

 

Una vita piena, a cui non è mancato assolutamente nulla, che lo ha lasciato nel 2009 nella sua Lecco, più precisamente nella sua abitazione del Pian dei Resinelli (1200 mt.), a piedi della sua tanto amata Grignetta (2177 mt.).

I riconoscimenti dovuti a una persona di tale carisma sono stati numerosi: dalle svariate medaglie d'oro del Coni per merito sportivo (1935-1937 e 1938), al riconoscimento di Cavaliere di Gran Croce (1999), passando per la Croce al Valor Militare, tutti simboli che, seppur graditi, non sono mai stati mostrati con sfarzo da "nonno Riccardo", uomo dotato di grande sobrietà e modestia, come un buon montanaro che si rispetti.

Sulla base di una sua precisa volontà, dopo la sua morte è stata istituita la Fondazione Riccardo Cassin, ente senza fine di lucro finalizzato alla valorizzazione ed alla conservazione, oltre che dei suoi beni, del patrimonio culturale e naturalistico del mondo alpinistico e montano in genere.