Il mito del Dahu

Dahu

 

Una figura mitologica, il frutto di una fantasia popolare, oppure una specie animale realmente esistente e magari estinta? Nessuno ovviamente ha la risposta, ma la figura del Dahu riempie i racconti e le leggende delle vallate alpine da est a ovest, spingendosi addirittura in territori stranieri come i Pirenei. La zona in cui è maggiormente diffusa la narrazione rispetto al Dahu è senza ombra di dubbio la valle d'Aosta insieme alle confinanti Alpi francesi.

 

Si narra che gli uomini dell'animo più puro siano addirittura riusciti ad avvicinare lo straordinario essere che molto spesso è stato rappresentato in dipinti o graffiti.

Le origini di questa figura mitologica sono molto antiche, risalendo addirittura a pitture rupestri ritrovate in remote località della Fillandia, a Julma-Olkky, dove viene mostrato un cacciatore che insegue un mammifero dalle zampe asimmetriche.

Cambiando emisfero del mondo alcuni racconti lo descrivono nelle leggende tibetane, rappresentandolo però come essere malefico  responsabili della scomparsa di numerosi bambini.

Il Dahu è spesso rappresentato un incrocio con diversi animali, soprattutto tra un tasso e una capra ma anche tra una volpe e un camoscio, insomma ogni alpinista ha creato una sua immagine del Dahu.

L'animale ha però una qualità nota che lo contraddistingue tra tutti,ovvero l'asimmetria delle zampe, che gli permette di mantenere l'equilibrio anche su pendii estremamente ripidi e scoscesi, certamente una qualità che può anche rivelarsi un gravissimo handicap.

Esistono infatti due tipi di Dahu: il Dahu Levogiro, con le zampe sinistre più corte, e il Dahu Destrogiro, con le zampe destre ridotte. Questa struttura fisica è però un grave handicap per la povera creatura, essendo costretta a girare per sempre intorno ad un monte nella medesima direzione, senza la possibilità di cambiare. Pare che sia esistita una terza tipologia, il Dahu Circolaris, una sottospecie che vive nelle aree vulcaniche e che avrebbe caratteristiche differenti: le zampe anteriori una lunga e una corta e per quanto riguarda quelle posteriori il contrario!

In questo modo il Dahu è particolarmente abile sulle creste e sui “fili” dei crateri.

Questa asimmetria degli arti è anche il punto debole, sfruttato dai leggendari cacciatori di Dahu. L'unico modo per catturarlo, infatti, consiste nel chiamarlo da dietro sorprendendolo alle spalle facendogli girare la testa e, di conseguenza, perdere l'equilibrio.

Anche la riproduzione risulta essere un procedimento molto complesso: un Dahu maschio può avvertire l'odore della femmina anche a decine di km di distanza, ma l'incontro fisico tra il Dahu maschio e la femmina è reso quasi impossibile dall'asimmetria sopra descritta, costringendo i poveri animali ad acrobazie quasi funambolesche.

Riguardo alla riproduzione del Dahu, possiamo inoltre affermare che il Dahu accomuna in sé caratteristiche tipiche dei mammiferi e degli uccelli : zampe e pelo caratteristiche dei mammiferi, ma riproduzione tramite la deposizione di uova, tipiche dei volatili, in crepacci e cenge rocciose quasi inraggiungibili.

Furbi commercianti molto spesso avrebbero anche venduto a creduloni turisti fantomatiche uova di Dahu, sviluppando così un mercato molto redditizio quanto disonesto.

Al giorno d'oggi, il Dahu, sebbene non esistano prove reali della sua esistenza, è comunque un animale in via di estinzione, una sorta di estinzione culturale: esistono infatti numerosi gruppi ed associazioni impegnati per mantenere viva nelle alpi la conoscenza di questo animale mitologico e, in qualche modo, mantenere viva l'immagine del Dahu nei racconti e nelle simbologie.

 

Nelle fredde serate invernali nei Rifugi davanti al caminetto, o nelle stellate notti estive, i rifugisti e gli alpinisti vi racconteranno le loro storie e conoscenze sul Dahu, ogni volta nascendo in forme nuove o con nuove caratteristiche.