La leggenda dei Tre Fiori

Leggenda dei tre fiori - photo by wikipedia.comCi troviamo in Engadina, vallata di montagna situata nel canton Grigioni, in Svizzera; oggi una delle valli abitate più alte d'Europa, ha una storia alle spalle molto particolare... la racconteremo con questa Leggenda:

In un tempo molto lontano, quando i primi abitanti dell’Engadina si stabilirono sul fondovalle, innalzando le prime mura di quelle che oggi sono città come Saint Moritz e Samnaun, la vallata era un verde prato incastonato tra le vette, incantevole a vedersi ma inospitale per chiunque volesse viverci; niente cibo, temperature gelide e solitudine. La situazione di questa vallata è quindi ben diversa da quella attuale, molto lontana dal progresso e benessere che ora regna in queste zone.

Nonostante ciò i primi engadinesi si fecero forza e fondarono i loro villaggi, soffrendo giorno dopo giorno contro la fame, il freddo e l’isolamento. Osservando il sacrificio di quegli uomini e donne, la Fata Flurina e le sue compagne, che abitavano tra i boschi alla base delle vette innevate, decisero di fare un regalo agli abitanti della valle: donarono loro tre fiori (Trais Fluors in romancio): il primo si chiamava Pigna, ovvero stufa, e fu donato ai pastori che vegliavano le loro greggi sugli alti pascoli, affinchè li aiutasse a sopportare meglio il freddo della notte; il secondo fiore si chiamava Vivanda (cibo), e aiutò a far comparire sulle tavole delle case il pane, diventato sempre più raro a causa della difficoltà nel coltivare il grano; il terzo fiore, chiamato Allegria, riportò il sorriso sul volto di coloro che fino a quel giorno erano costretti a vedere la vita solo come fatica e sofferenza, rivelando un volto più sereno ai villaggi

La vita diventò quindi più facile, superare le giornate e effettuare i lavori di sempre era oggi più facile che mai ! In Engadina arrivò quindi la felicità, e i villaggi prosperarono, portando anche ricchezza tra gli uomini; e fu proprio questa ricchezza a portare con se i semi di due erbacce, che cercavano di soffocare i tre fiori magici: si chiamavano Invidia e Avidità. Le erbe maligne attecchirono velocemente nei prati, mettendo gli abitanti della valle l’uno contro l’altro.

Come spesso accade infatti l'aumento di benessere genera conflitti e invidia, i sani principi vengono quindi offuscati sempre di più dalla continua ricerca di maggiore ricchezza e notorietà

La Fata Flurina, nel vedere ciò, decise di punire gli engadinesi, privandoli dei tre fiori magici: il freddo, la fame e la tristezza tornarono improvvisamente a bussare alla porta delle case dei villaggi, pervadendo le menti dei loro abitanti. Ma gli engadinesi si fecero forza e reagirono: divennero abili produttori di tessuti pesanti, così che riuscirono a costruire caldi abiti per difendersi dal freddo; lavorarono senza sosta la fredda terra della valle, fino a innalzare piantagioni di grano e produrre pane a sufficienza per sfamare l’intera valle. Con enormi sforzi e fatica erano riusciti a guadagnarsi ben due dei doni concessi dalla Fata...

Mancava ora solo un modo per ritrovare l’allegria. E proprio allora scoprirono che per stare allegri era sufficiente stare insieme, ritrovarsi, parlare, o semplicemente salutarsi: da qui deriva infatti l’espressione romancia di saluto “Allegra”, che riportò il sorriso sui volti degli engadinesi, e ancora oggi da forza e vitalità agli abitanti di una delle vallate più belle delle Alpi.

Al giorno d'oggi il saluto “Allegra” è ampiamente utilizzato e costituisce il saluto tradizionale Engadino.


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