Gli spalloni e il contrabbando tra Italia e Svizzera

Alcuni spalloni nel contrabbando tra Italia e Svizzera

 

Le Alpi, linea di confine naturale tra l'Italia e i paesi circostanti, sono allo stesso tempo anche un luogo di incontro, inevitabile, tra culture ed economie differenti.

Ed è proprio in questo clima, dominato soprattutto dalla povertà nel secolo scorso, che si è sviluppato il fenomeno del contrabbando, particolarmente attivo tra Italia e Svizzera.

Gli spalloni, popolarmente chiamati anche sfrusaduur o sfrusitt, nelle province di Varese, Como, Verbania e Sondrio, sono diventati dei veri e propri personaggi leggendari, protagonisti di un revival culturale negli ultimi anni.


Il contrabbando tra Italia e Svizzera visse il suo periodo di maggiore intensità tra la metà dell'800 e gli anni '60 del 900, alternando però fasi differenti per quanto riguarda la tipologia di merce trasportata.

Fino alla seconda guerra mondiale primeggiava il traffico di caffè verso l'Italia, che si interruppe con lo scoppio del conflitto.

Sulla via del ritorno, quindi verso la Svizzera, predominavano invece altri generi alimentari come il burro, in particolare durante gli anni di guerra, in cui l'isolamento della Svizzera rendeva difficili i rifornimenti. Si trattava quindi di contrabbando di generi alimentari, i quali risultavano molto complessi da reperire nel nostro paese.

A partire dagli anni '50, invece, esplose forse il traffico più voluminoso, ovvero le sigarette, le famose "bionde".

Ogni spallone generalmente portava una bricolla, ovvero uno grosso zaino di paglia intrecciata da portare in spalla, pesante fino a oltre 30kg, che equivaleva ad un carico di circa 800 pacchetti di sigarette; questa attività, naturalmente, fece la fortuna dei rivenditori di tabacco ticinesi.
Gli spalloni percorrevano sentieri erti e pericolosi, essendo costretti ad evitare le vie ufficiali, in quanto pattugliate dai finanzieri italiani, oppure dalle guardie di confine elvetiche.

Il rapporto tra contrabbandieri e guardie era un rapporto particolare, ufficialmente nemici, ma spesso si sono avuti episodi di aiuto reciproco: spesso accadeva che i finanzieri chiudessero un occhio nei confronti degli spalloni, che frequentemente erano loro compaesani o addirittura amici.

Nel 1941, d'altra parte, si narra di un episodio in cui i contrabbandieri parteciparono alle ricerche per trovare i corpi di tre finanzieri travolti da una valanga nei pressi del monte Ziccher in Valle Vigezzo.
Il fenomeno del contrabbando tra Italia e Svizzera andò ad esaurirsi dopo gli anni '60 del secolo scorsi, quando la quotazione del Franco svizzero rese mono conveniente l'acquisto di merce oltreconfine.

 

Al giorno d'oggi la storia degli spalloni viene continuamente rivalutata e ripresa dagli studiosi così come dalle associazioni locali, tanto che sono stati recuperati numerosi itinerari e sentieri che videro protagonisti i contrabbandieri, trasformandoli in percorsi escursionistici molto frequentati in ambienti tipicamente selvaggi.


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