Il Club Alpino Italiano

Il logo del Club Alpino Italiano

 

Il Club Alpino Italiano (CAI), ovvero l'associazione per eccellenza per gli appassionati di montagna del Belpaese, nasce nel lontano 1863 a Torino per opera del politico e scienziato Quintino Sella, anch'egli grande amante dell'arrampicata, tanto che l'anno precedente aveva guidato la prima spedizione Italiana alla vetta del Monviso.

Da allora il sodalizio Piemontese, che ad oggi è la più antica e vasta associazione di alpinisti ed appassionati di montagna in Italia, è continuato a cresce in maniera esponenziale, allargando i propri obiettivi fino a diventare il punto di riferimento per i frequentatori della montagna.

Lo scopo principale indicato nello statuto di fondazione è quello di diffondere tra la popolazione la conoscenza della montagna, fungendo soprattutto da base per le spedizioni scientifiche; con il passare degli anni, tuttavia, il CAI è entrato a far parte della vita anche della gente "comune" che in montagna ci va per divertimento e semplice passione.

 

La Storia del CAI, come abbiamo già detto inizia ad Opera di Quintino Sella (conosciuto appunto come il Padre dal Club Alpino Italiano) nel 1863 a seguito della sua ascensione sul Monviso.

Dopo qualche mese, precisamente il 23 Ottobre del 1963 viene ufficialmente fondato il CAI.

La Sede centrale del CAI rimase a Torino fino alla Seconda Guerra Mondiale, dove venne ufficialmente trasferito a Milano in via Errico Petrella 19, dove si trova tuttora.

Successivamente vennero aperte varie sezioni in tutta Italia nei principali centri, sezioni che aumentarono sempre di più fino a ricoprire tutto il territorio nazionale.

Ad oggi l'associazione conta più di 300.000 iscritti in tutto il territorio nazionale, con 498 sezioni e 310 sottosezioni

Attualmente, dal 2016, il presidente del CAI è Vincenzo Torti.

 

Una delle principali opere sostenute dal CAI fin dall'inizio del '900 è stata la costruzione e la cura dei Rifugi Alpini: anche al giorno d'oggi la gestione ed il mantenimento della maggior parte di queste strutture, indispensabili per la frequentazione della montagna in ogni stagione, sono affidati alle singole sezioni, e spesso portati avanti da appassionati volontari. Sono più di 700 le strutture alpine gestite dal CAI
La storia del Club Alpino Italiano va necessariamente di pari passo con quella del nostro paese: la tragedia della Grande Guerra, che ha visto come protagoniste le nostre montagne, ha potuto attingere ai suoi membri, abili alpinisti e rocciatori, per poter arruolare soldati in grado di agire e resistere in condizioni estreme, sulle creste, nelle grotte o nelle città di ghiaccio (per esempio la Città di Ghiaccio della Marmolada).

Diverso fu l'atteggiamento durante la seconda Guerra Mondiale, quando il CAI tentò di rimanere fuori dalla propaganda del regime, limitandosi a sostenere l'attività sportiva in montagna e l'educazione alle tecniche alpinistiche.
A partire dal secondo dopoguerra il CAI smise di essere un'organizzazione "borghese", aprendosi all'adesione di persone di ogni livello sociale.

 

Il CAI nell'Ordinamento Giuridico Italiano è riconosciuto come Ente Pubblico non economico, l'organo sovrano del CAI è l'assemblea dei delegati, la quale tra i vari compiti ha quello di eleggere anche il presidente del CAI. A quest'ultima si affiancano gli organi tecnici del CAI, i quali operano allo scopo di favorire o svolgere specifiche finalità istituzionali in diversi ambiti (Commissione Centrale per l'Escursionismo, per l'alpinismo giovanile, per la speleologia, ecc ecc)

 

Tra le più importanti iniziative sostenute dal Club, è obbligatorio citare la creazione del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico del 1954, associazione che nel corso dei decenni ha contribuito a salvare numerose vite.

Oltre al CNSAS, dobbiamo citare altre associazioni nate in seno al Club Alpino Italiano: l'AGAI (Associazione Guide Alpine Italiane), il CAAI (Club Alpino Accademico Italiano), nonchè una serie di progetti culturali che oggi godono di grande successo come il Museo Nazionale della Montagna "duca degli Abruzzi" e la Biblioteca Nazionale, entrambi con sede a Torino, e l'Osservatorio scientifico d'alta quota del Rifugio Capanna Regina Margherita, ad oltre 4500 metri di quota sul Monte Rosa e i Cori del CAI.
Molto importante al giorno d'oggi è l'attività educativa del CAI, impegnato grazie alle sue scuole nel formare, soprattutto i giovani, all'attività sportiva in montagna, attraverso le Scuole Nazionali di Speleologia, Alpinismo Giovanile, Escursionismo, Alpinismo e Scialpinismo.

Di grande importanza è anche il TAM, tutela dell'ambiente montano, che diffonde la conoscenza dei problemi della conservazione dell'ambiente e promuove iniziative di salvaguardia dell'ambiente naturale

Oltre a ciò, il CAI si occupa della gestione dei sentieri e delle vie ferrate delle montagne italiane: la classica segnaletica bianco/rossa, a tutti noi ben nota, è frutto del lavoro dei membri del Club appositamente specializzati per questo obiettivo che ogni giorni aggiornano il “catasto dei sentieri”

 

Le attività del CAI possono inoltre essere seguite attraverso due riviste: Lo Scarpone (settimanale online) e Montagne 360, mensili inviato per posta gratuitamente a tutti i tesserati CAI.


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