Gli Sherpa, uomini dell'Himalaya

Sherpa

Il termine Sherpa viene comunemente utilizzato per indicare i portatori che accompagnano le grandi spedizioni alpinistiche dirette verso le vette più alte del pianeta, generalmente nella zona dell'Himalaya o del Karakorum; in realtà si tratta di una generalizzazione, in quanto gli Sherpa sono una popolazione proveniente da una zona del Tibet che, attraversano gli altissimi valichi Himalayani, si è poi insediata in Nepal.

L'origine tibetana degli sherpa appare evidente non solo per i tratti somatici e per le affinità dei linguaggi, ma altresì per la loro cultura e per la loro fede religiosa. Attualmente risiedono prevalentemente nella regione del Solu-Khumbu a sud dell'Everest e nella valle Rolwaling

Tutt'altra storia è invece quella dei portatori del Karakorum, come gli Hunza (più conosciuti come Buruscio e considerati il popolo più longevo del mondo) e i Baltì, che risiedono invece nel Pakistan settentrionale di Hunza, Nagar e Yasin

 

Quali siano state le motivazioni che hanno spinto gli Sherpa a migrare dai dolci altopiani tibetani alle aspre valli nepalesi ancora non lo sappiamo, ma sicuramente un secondo flusso migratorio creatosi verso la metà del secolo scorso ha avuto origine dall'invasione del Tibet da parte della Cina e dalla conseguente violenza perpetrata a danno delle popolazioni locali (con distruzione di templi e monasteri).

Gli sherpa sono stati inizialmente un popolo agricolo, in grado di strappare ai pendii ripidi e alle alte quote dell'Himalaya terreni atti a coltivare verdure e ad allevare il bestiame.

In questo ambito, l'incontro con gli occidentali ha avuto sicuramente risultati positivi, permettendo loro di conoscere colture nuove come la patata, che ben si adatta al clima delle vallate tibetane.

A partire poi dalla metà del 900 la popolazione sherpa inizia a farsi largo tra le prime spedizioni alpinistiche dirette sulle vette dell'Himalaya: sono persone abituate alle alte quote, dai fisici resistenti, che ben tollerano il clima rigido e l'aria rarefatta. Il loro congenito adattamento alle grandi altezze e il carattere molto affabile e socievole, li resero portatori d'alta quota ideali per le prime spedizioni alpinistiche.

Il nome Sherpa, nella lingua locale significa “sherpa o shar - pa = uomini dell'est”, evidente riferimento ai tratti migratori della loro discendenza.

Nei primi tempi furono dei semplici portatori al servizio dei capispedizione occidentali, ma ben presto seppero guadagnarsi la stima degli alpinisti, diventando loro consiglieri e guide: battevano la pista, sceglievano la linea da seguire. Il tutto culminò ovviamente nel 1953, quando uno sherpa, Tenzing Norgay, raggiunse insieme a Hedmund Hillary la cima dell'Everest.

 

Nelle spedizioni attuali, è consuetudine la presenza del Sirdar, ovvero un capo Sherpa esperto, il cui compito è quello di organizzare e gestire i portatori, nonchè di interfacciarsi con i capi spedizione.

Da circa trent'anni a questa parte le spedizioni commerciali in Himalaya sono diventate la prima fonte di sostentamento per le popolazioni sherpa, insieme ai gruppi di turisti che si recano in oriente per trekking non alpinistici o, più recentemente, per tour in mountain bike.

Se da un lato negli ultimi anni la popolazione Sherpa ha visto un notevole miglioramento delle condizioni di vita, soprattutto nei villaggi situati lungo le principali rotte alpinistiche, dall'altro abbiamo ancora luoghi in cui essi vivono in condizioni di estrema povertà, dentro catapecchie di lamiera, esposti al violento clima Himalayano

 


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