La Villa del Balbianello si trova a Lenno, bellissimo e caratteristico Comune di che si affaccia sulle rive del lago di Como. Questo piccolo paese ci regala una bellissima visuale sul Lago e sull'Isola Comacina, famosa anche per lo spettacolo pirotecnico che si svolge durante il mese di Luglio e che l'ha resa famosa in tutto il mondo.
Sulla punta del Lavedo, una bellissima e romantica penisola lacustre, sorge maestosa la Villa del Balbianello, la cui costruzione risale alla fine del '700. Questa residenza ha una certa attinenza con il mondo della Montagna e delle alte cime per essere stata per anni dimora di Guido Monzino, noto imprenditore milanese e appassionato di Montagna e di Alpinismo.
Come vi dicevamo in precedenza, la nascita di Villa del Balbaniello avviene verso la fine del 1700, quando il Cardinal Durini decise di acquistare il terreno della punta del Lavedo, per edificarvi una dimora di villeggiatura e di svago.
Prima di questa costruzione la punta del Lavedo aveva ospitato una piccola comunità di religiosi francescani. Di questa costruzione rimane una testimonianza data dalla facciata di una chiesetta e dai suoi due campanili.
In seguito alla morte del Cardinal Durini la Villa venne ereditata da Luigi Porro Lambertenghi che ne fece un luogo meditativo e di incontro per massoni. Dopo il suo esilio la residenza venne però venduta a Giuseppe Arconato Visconti che la rese un salotto estivo e vi ospitò i più famosi letterati dell'epoca, tra cui Manzoni.
Dopo diverse vicissitudini riguardanti l'eredità di questo luogo, e dopo un lungo periodo di abbandono, la Villa venne acquistata da Butler Ames, un generale americano che la restaurò per recuperarne la preziosità perduta.
Alla morte di Burtler Ames il Balbianello venne venduto a Guido Monzino, noto imprenditore milanese, ma soprattutto grandissimo alpinista (tra le sue spedizioni ricordiamo la conquista del Polo Nord nel 1971 e dell'Everest nel1973). Quest'ultimo ne fece un museo privato dove raccolse i suoi ricordi di viaggio e i cimeli delle spedizioni compiute, oltre ad alcune collezioni d'arte. Quando Monzino morì la Villa del Balbianello venne lasciata in eredità al FAI con tutti i suoi arredi e con lo splendido giardino che la circonda. Chiese anche che il suo corpo venisse sepolto all'interno del giardino dove tutt'ora riposa.
Durante la nostra visita abbiamo avuto la possibilità di visitare il giardino e la loggia.
Il primo è certamente di rara bellezza, in quanto caratterizzato da diverse varietà di alberi posti verticalmente dal livello del lago alla loggia, per simboleggiare un percorso ascensionale, e da statue che lo rendono particolarmente caratteristico.
La posizione del giardino, inoltre, permette di avere un doppio panorama sul Lario: da una parte è infatti possibile vedere la Tremezzina, mentre dall'altra il bacino che mostra l'isola Comacina.
La loggia, invece, è costituita da due stanze principali: la Biblioteca e la Stanza della Musica (caratterizzata da una particolare forma del soffitto che permette la diffusione ottimale del suono), detta anche Cartografo. Durante la nostra visita abbiamo potuto visitarle entrambe, e scoprirne i “segreti” grazie al preciso racconto di due ragazze che ce le hanno descritte minuziosamente.
La Biblioteca, in particolare, contiene oltre 4000 libri di vario genere, ma prevalentemente riguardanti temi geografici e viaggi. Oggi è una delle collezioni di libri più famose dedicate alle spedizioni scialpinistiche e polari.
Il Cartografo contiene invece una grande varietà di mappe e carte geografiche, oltre ad una collezione di stampe antiche di paesaggi sul Lago di Como.
La Villa, inoltre, ha diverse sale interne visitabili. Noi non abbiamo avuto la possibilità di farlo, in quanto abbiamo effettuato la nostra visita durante la Giornata di Primavera del FAI, ma sicuramente torneremo presto per poterle visionare!