Il Bosco del Chignolo e la Leggenda di Bard !

Boschi della Valle Rio Pegorino

C’era una volta un cavaliere della corte della Regina Teodolinda che si chiamava Bard.
Oltre che essere un valoroso cavaliere, sapeva suonare con abilità il liuto e componeva canzoni e poesie con cui allietava le feste della corte longobarda, che si svolgevano nei castelli e nei palazzi, durante i rigidi e nebbiosi inverni che avvolgevano le lande e i fiumi attorno a Monza.
Un giorno seguendo il corso del Lambro si inoltrò a cavallo nella Valle Cantalupo, valle dove ora sorge il Bosco del Chignolo.

 

Stava cercando ispirazione per le sue storie ed era immerso nei suoi pensieri quando, alzando gli occhi al cielo, vide uno sparviero che stava iniziando una picchiata per ghermire la sua preda e grande fu il suo stupore quando vide che il falco giunto vicino ad un coniglio selvatico, planò, guardò il coniglio e dopo aver gettato un grido riprese il volo.
Di nuovo lo sparviero cominciò a restringere i suoi cerchi nel cielo e a un certo punto cominciò una picchiata che terminò vicino a un passero inerme, ancora una volta, però, il falco planò dolcemente, guardò con intensità la sua preda e poi, dopo aver lanciato nuovamente il suo richiamo, volò via.
A questo punto, Bard fu sicuro di trovarsi in uno di quei luoghi strani in cui la magia può modificare il naturale corso degli eventi.

 

Scese da cavallo e si mise a passeggiare nel bosco immerso in riflessioni su quello che aveva appena visto.
Improvvisamente vide, da lontano, una bellissima fanciulla vestita di abiti molto umili, che sembrava cantasse e ballasse da sola al centro di una radura.
Rapido, si nascose dietro un cespuglio di ligustro facendo sdraiare il cavallo e si mise ad osservarla rapito. La ragazza cantava molto bene e si muoveva con eleganza ma non si capiva perché lo facesse.
Fu a quel punto che dal margine del bosco si udì come un sommesso battere di mani e rumori strani, gorgheggi, fischi di merli, battiti di ali, miagolii e, distintamente, udì l’ululato di un lupo.
A quel punto, il cavaliere aguzzò bene la vista e proprio in fondo alla radura, al confine tra il prato e l’inizio del bosco, intravide uno stuolo di animaletti che formavano un piccolo pubblico che guardava estasiato la bella contadina.
Bard restò molto impressionato ma non volle interrompere questo spettacolo da cui era rimasto decisamente rapito e se ne andò risoluto a rivedere quella bellissima fanciulla
Alla fine, riuscì a scoprire che la fanciulla era la figlia del mugnaio che abitava nella cascina che si poteva scorgere all’inizio del bosco, da sempre era nota con il nome di cascina Chignolo.


Venne però a  sapere che il mugnaio era una contadino di fede cristiana; appartenente a quelle popolazioni italiche, che loro, i Longobardi, avevano sottomesso durante le guerre di conquista del nord Italia.
Capiva che, se avesse negato la mano di sua figlia a un nobile longobardo, questo avrebbe potuto costare la vita a lui e a tutta la sua famiglia. Decise allora di giocare d’astuzia e, facendosi coraggio, rispose al cavaliere che il suo Dio non avrebbe acconsentito a questa unione e l’avrebbe punito a meno che lui, sebbene longobardo, non avesse dimostrato di avere un buon rapporto con Dio.

Dopo alcuni giorni disse a Bard che un Angelo di Dio, apparso in sogno, gli aveva rivelato la prova che avrebbe dovuto superare per dimostrare di essere vicino a Dio.

Non era una prova difficile, sarebbe stato sufficiente comporre una canzone, la cui melodia avesse fatto accorrere tutti gli animali del bosco.

A sentire queste parole, Bard si rattristò poiché sapeva di essere in grado di comporre molte melodie per le feste di corte ma era anche cosciente che tutte richiamavano al divertimento sfrenato, alla spensieratezza, alla sensualità, tutte cose molto lontane da ciò che gli veniva richiesto.


Una mattina stava rimuginando sulla sua sfortuna quando nel cortile del palazzo osservò tra i mugnai, che portavano la farina al castello, un ragazzetto che fischiettava con un merlo sulla spalla, mentre era impegnato a scaricare i pesanti sacchi di farina.

Sembrava che, ogni tanto, il merlo rispondesse alla melodia del ragazzo. Bard diede ordine ai soldati di prendere il ragazzo e portarlo a corte, per interrogarlo e farsi svelare il segreto del linguaggio degli animali
Così, quando il ragazzo venne portato alla sua presenza, Bard sguainò il pugnale e glielo serrò forte alla gola urlandogli “Dimmi qual è il segreto che ti consente di far sì che gli uccelli arrivino sulla tua spalla e parlino con te

Così, se tu mi riveli il segreto, ti sarò debitore della mia vita

Il giovane ragazzo disse a Bard: “Nel bosco, vicino ad un luogo chiamato “La Meridiana degli Gnomi”, c’è un tronco cavo da cui nelle notti di luna piena provengono rumori simili a quelli che si odono quando c’è una festa.

Talora i contadini si raccolgono attorno a questo luogo nel bosco e passano ore, con la luna alta nel cielo, ad ascoltare queste melodie.
“Tutti, però, sanno che lì abitano degli gnomi che talora vengono fuori dalla tana e parlano con gli animali.

Devi andare li e cercare gli gnomi, solo loro possono aiutarti, così disse il ragazzo.

 

Bard si avventurò nel bosco del Chignolo alla ricerca delle creature, quando ne vide uno che stava scappando da un gatto.

Ad un certo punto lo gnomo inciampò su una radice torcendosi una caviglia. Il gatto stava per ghermirlo ma Bard lanciò un grido e il gatto, scappò rinunciando alla preda.”Così, gli steccai la gamba e gliela legai con lo spago. Tuttavia, lo presi e delicatamente lo posai vicino all’imboccatura del tronco cavo in prossimità del luogo detto “La Meridiana degli Gnomi.”“Dopo che lo ebbi posato a terra, questi mi guardò perplesso dal basso in alto e poi disse: “Accidenti a te, abbassati. Voi umani siete sempre troppo lunghi. Come vuoi che faccia a parlarti, se continui a tenere le orecchie in mezzo alla testa e la testa così lontana dai piedi dove sono io!”Mi abbassai e con la mano rugosa mi fece una carezza. “Grazie”, mi disse, “ora sei pronto per ricevere la mia ricompensa?” Io rimasi stupito e senza parole, perché non mi aspettavo nessuna ricompensa.

Lui, però, non mi lasciò nemmeno il tempo di reagire e proseguì: “Ci vorranno dodici lune, tu dovrai presentarti tutte le sere all’imbrunire, al confine della radura, io ci sarò e ti insegnerò come chiamare gli animali e parlare con loro, come guardare le piante e farti raccontare tutti i loro segreti"

Dopo quella volta, per 12 lune, Bard andò nella radura e lo gnomo gli insegnò il segreto per parlare con gli animali.

 

Quando arrivò la dodicesima luna, Bard aveva appreso il segreto che consentiva di parlare agli animali, di comandarli, e di guardare dentro alle piante.

Si rinchiuse nella sua stanza e, dopo aver imbracciato il liuto, cominciò a comporre una melodia.

Man mano che la componeva, gli animali accorrevano ai suoi piedi, estasiati da quella musica bellissima e celestiale.

Lentamente si portò sino al mulino, per chiedere la mano della figlia del mugnaio, che rimase stupito vedendolo arrivare circondato da quella numerosa corte di animali di ogni tipo.

 

Quando giunse ai piedi della scala del mulino, la fanciulla gli corse incontro e si strinse al cuore di Bard che rimase esterrefatto.

“La regina Teodolinda ha voluto battezzarsi.

Se vuoi puoi farlo anche tu, ora, e così potremo sposarci”.


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