Cesare Maestri, il "Ragno delle Dolomiti"

Cesare Maestri

 

Il"Ragno delle Dolomiti", questo è l'appellativo che Cesare Maestri si è guadagnato durante la sua decennale carriera da rocciatore ed alpinista.

A lui si deve sicuramente l'evoluzione dell'alpinismo classico verso nuove forme, alla ricerca delle vie più difficili e delle traiettorie più estreme.

 

Cesare nasce a Trento nel 1929, in giovane età subisce la perdita della madre e resta solo con suo papà e due fratelli. Il padre dopo aver fatto per anni l'attore girovago si stabilisce nella pubblica amministrazione, questi sono anni tranquilli per Cesare fino a quando purtroppo, nel 1943 il padre viene ricercato e condannato a morte per attività austriaca.

La famiglia è così costretta a scappare da Trento e Cesare prenderà parte con fortissimo spirito ad una resistenza unendosi ad un gruppo di partigiani comunisti.

Dopo due anni molto intensi e impegnativi sia a livello fisico che mentale ritorna nella sua terra di Trento, si avvicina al mondo dell'arrampicata, un sistema che trova utile per incanalare lo stress.

 

Inizia così a dedicarsi a questa disciplina con fortissimo interesse e continua ricerca dei mezzi più evoluti per arrampicare.

A questo proposito è stato per anni protagonista dell'acceso dibattito nel mondo alpinistico tra i puristi e coloro che vedevano come positivo l'avvento delle nuove tecnologie e dei nuovi materiali, ovviamente schierandosi a favore di questi ultimi.

 

La sua palestra di allenamento fin da giovane sono state le Dolomiti, in particolare quelle del Brenta, ma possiamo dire che ha tracciato alcune tra le vie più impegnative e rocambolesche di tutto il Triveneto.

Tra le sue imprese più importanti ricordiamo nel 1951 l'importante Via di Bruno Detassis al Croz dell'Altissimo. In quegli anni compie anche la prima discesa in solitaria della Paganella e nel 1952 diventa ufficialmente Guida Alpina.

Negli anni successivi sviluppa tantissime ripetizioni di Vie importanti sulle Dolomiti, tutte naturalmente il solitaria !

 

Tuttavia, la montagna simbolo di cesare Maestri è il Cerro Torre, la piramide di roccia e ghiaccio delle Ande che attira migliaia di appassionati di alpinismo.

Cesare Maestri vede per la prima volta il Cerro Torre nel 1958 a seguito di una spedizione italoargentina, durante la fase di avvicinamento incontra una spedizione parallela composta anche dal fortissimo Walter Bonatti, purtroppo a causa di problemi logistici con gli sponsor è costretto a non attaccare la Via.

L'anno successivo, nel 1959, ci ritenta insieme a Toni Egger, che poi morì durante la discesa a causa di una valanga, Cesare Maestri comunque afferma di aver raggiunto la cima con il suo compagno.

Sono anni molto travagliati questi per Cesare, viene messa in discussione molto pesantemente la sua versione dei fatti di aver raggiunto la cima.

Per rispondere ai dubbi di coloro che mettevano in dubbio l'impresa, Maestri ripeté la scalata alla guida di una spedizione trentina nel 1970, dopo alcuni tentativi non andati a buon fine a causa del maltempo.

Numerose furono le polemiche anche per il fatto che Maestri fece ampio uso di chiodi (circa 400) e del perforatore ad aria compressa, considerato una sorta di sacrilegio dai puristi dell'alpinismo.

Durante la fase di discesa tra l'altro il pesante compressore fu abbandonato ad un chiodo, rimanendo appeso dove si trova ancora oggi. La Via prese il nome di Compressor route

Ancora oggi a distanza di parecchi anni sono accese le polemiche su quella spedizione del 1959, Cesare Maestri ancora oggi difende le sue affermazioni con forte convinzione.

 

La seconda scalata del cerro Torre fu l'ultima grande impresa di Cesare Maestri, che da quel momento si dedicò ad una vita più tranquilla, scrivendo numerosi libri di montagna (è membro del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) e dedicandosi alle attività di guida alpina e maestro di sci nella sua amata Madonna di Campiglio, dove vive tutt'oggi con sua moglie Fernanda.

 

Nel corso della sua carriera ha effettuato circa 3500 salite, delle quali circa un terzo sono state effettuate in solitaria; ha ricevuto inoltre diversi riconoscimenti molto importanti tra cui : socio onorario del CAI, titolo di Cavaliere della Repubblica, la medaglia di bronzo al merito civile e l'Ordine del Cardo


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