I Cimbri e i Mocheni

Cartello che segna l'inizio della "Valle dei Mocheni"

 

Sconosciute per la stragrande maggioranza degli italiani, le minoranze linguistiche dei Cimbri e dei Mocheni posso spesso essere una sorpresa per i turisti che, viaggiando per le valli tra la provincia di Vicenza e la Valsugana, si imbattono in scritte o sentono discorsi in una lingua incomprensibile, simile a una sorta di tedesco ma molto più strana e curiosa.

 

Cimbri e Mocheni sono due minoranze le cui origini risalgono a molto secoli fa, quando verso il XII e XIII secolo sorsero dei flussi migratori dalla Baviera verso le valli trentine e alto vicentine: le popolazioni di quella zona (chiamate Alemanni) parlavano, ovviamente, una varietà primitiva di tedesco, che esportarono facilmente nelle zone italiane e qui, a causa  sia degli scarsi contatti che queste valli hanno avuto nel corso dei secoli successivi con i  popoli circostanti, sia di forme di autonomia governativa di cui riuscirono a godere, furono in grado di mantenere l'idioma nel corso dei secoli.

Il popolo si insediò principalmente nell'attuale Altopiano di Asiago con il compito principale in lavori di stroncatura dei boschi (dall'equivalente termine tedesco verrebbe la stessa denominazione di "Cimbri")

Addirittura pare che il più antico insediamento Cimbro, risalga al X secolo nella zona del vicentino, da qui le popolazioni si spinsero nell'Altopiano dei Sette Comuni e successivamente nell'attuale Trentino, Folgaria e Costa Cartura

L'epoca d'oro fu principalmente tra il Cinquecento e il Settecento, dove la popolazione cimbra contava circa 20.000 persone; successivamente con l'arrivo di Napoleone parte della popolazione dei Cimbri e Mocheni iniziò a trasferirsi diventando quindi sempre più una minoranza

All'orecchio inesperto, oggi il Cimbro e il Mocheno possono sembrare la stessa lingua, ma in realtà le differenze sono numerose, sebbene il ceppo di origine sia il medesimo.
Al giorno d'oggi, il Mocheno è una lingua parlata da circa duemila persone nella Valle del Fersina (Bersentol in lingua locale), laterale della Valsugana, nei comuni di Palù (Palai en Bersentol), Fierozzo (Vlarotz) e Frassilongo (Garait).

Il Cimbro, per contro, ha subito maggiormente il processo di italianizzazione, rimanendo quindi vivo solo in poche isole linguistiche e parlato da poco più di mille persone nei comuni di Luserna (Lusern)  in Trentino, Roana (Robaan) in provincia di Vicenza e Giazza (Ljetzan), nell'alto veronese.

Fino a circa un secolo fa, il Cimbro era una lingua comunemente parlata anche nell'Altopiano dei Sette Comuni, in particolare ad Asiago, ed il suo prestigio è stato celebrato anche in ambito letterario da autori come Mario Rigoni Stern.
Un colpo mortale alla lingua e all'identità cimbra e mochena è stato dato sicuramente dal ventennio fascista, così come era successo ai tedeschi e ai Ladini in Alto Adige: l'italianizzazione forzata in un primo momento e poi la possibilità di “optare" per trasferirsi nel Reich successivamente, non hanno fatto altro che indebolire e sgretolare le due comunità.

Nel dopoguerra l'uso delle due lingue è andato via via perdendosi, fino agli anni 70 e 80 quando, come avvenuto anche per altre minoranze come il Ladino, si è registrato un aumento dell'interesse verso gli idiomi locali e quindi una loro maggior tutela.

 

Oggi, mentre il Cimbro e il Mocheno sono lingue riconosciute e tutelate da parte della Provincia Autonoma di Trento, queste non godono di alcuna tutela nel territorio veneto, regione che non prevete norme a favore delle lingue minoritarie.
Il mantenimento e la promozione delle lingue cimbra e mochena è svolto principalmente dagli
istituti culturali locali, ovvero il Kulturinstitut bersntol-Lusern e l'Istituto di Cultura Cimbra di Roana.
I Cimbri e Mocheni inoltre sono tutelati anche a livello internazionale, dall'adesione dell'Italia alla convenzioni del Consiglio d'Europa sulla protezione delle minoranze


"A khnot bo da rodlt bart nia machan rakh" trad: "Un sasso che rotola non potrà mai fare muschio" (Proverbio Cimbro)


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