Comunemente riconosciuta come una delle zone più selvagge d'Italia, il Parco Naturale della
Valgrande si trova a poca distanza da grandi città come Milano e Torino, ma finora è quasi sempre rimasto ingiustamente nell'ombra, diventando meta solo per gli escursionisti più appassionati. Situato a ridosso del Lago Maggiore e al confine con la Svizzera, interamente compresa nei confini della provincia del Verbano Cusio Ossola, il Parco della Valgrande è caratterizzato da un territorio privo di insediamenti umani e da un paesaggio duro, per questo motivo è una meta straordinaria per gli amanti del Trekking Wilderness
La sua Storia è piuttosto recente: nasce infatti nel 1992, anche se riunisce sotto un unico nome alcune riserve naturali già esistenti, per esempio la Riserva Orientata del Monte Mottac (istituita nel 1970) e la Riserva Naturale del Pedum (istituita nel 1967)
L'area del Parco è invece una zona di insediamento antichissima, sono state infatti rinvenute alcune incisioni rupestri risalenti all'età del Ferro.
Nei secoli successivi, tra il decimo e dodicesimo secolo, alcune aree vengono sfruttate con i pascoli e nascono alcuni alpeggi estivi alle quote maggiori.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, viste appunto le caratteristiche selvagge della zona, vi trovano rifugio moltissimi partigiani. Nel luglio 1944 i nazifascisti condussero un violento rastrellamento della zona, alla fine del quale si contarono circa 300 partigiani morti e 208 baite incendiate. La Valle entrò anche a far parte della Repubblica Partigiana dell'Ossola.
Il Territorio del Parco si estende con una superficie di oltre 15000 ettaried ha caratteristiche prevalentemente montuose. La sua area si estende nei territori comunali di 13 comuni.
Il Parco della Valgrande non comprende cime troppo elevate, ma nonostante ciò offre un ambiente estremamente severo, con pareti verticali, salti di roccia impressionanti e creste affilate. Tra le principali vette ricordiamo il Monte Togano, la Cima della Laurasca, il Monte zeda, gli imponenti Corni del Nibbio e il Monte Pedun, quest'ultimo situato nella Riserva naturale Val Grande, la zona più interna di riserva naturale integrale.
L'area del parco, ad eccezione dell'abitato di Cicogna, in Val Pogallo, è totalmente disabitata, nonostante un tempo le mulattiere di queste valli fossero quotidianamente percorse da pastori e boscaioli che raggiungevano i numerosi alpeggi arroccati sui ripidi pendii; lo sfruttamento del legname era l'attività principale di questa zona, tanto che erano state costruite teleferiche per il trasporto a valle dei tronchi, nonchè una specie di ferrovia.
La zona è ricca di corsi d'acqua, i principali fiumi sono il Rio Valgrande ed il Rio Pogallo
Dal punto di vista di Flora e Fauna, data l'altitudine modesta delle cime nel Parco della Valgrande abbondano specie come frassini, salici pioppi, castagni, faggi e noccioli. Il bosco è giovane e ricopre gran parte del territorio, dopo lo spopolamento avvenuti negli anni successivi della Seconda Guerra Mondiale i boschi hanno ripreso i loro spazi e la natura selvaggia ha ripreso a farla da padrone, precedentemente invece la zona era ben mantenuta da boscaioli e pastori
Tra gli animali del Parco troviamo principalmente come ungulati i camosci e come rapaci le aquile, i quali sono da considerarsi gli esemplari di animali più diffusi del Parco.
Altri ungulati presenti in maniera estremamente minore sono il capriolo, il cervo e il cinghiale.
Tra i grandi carnivori c'è invece da citare la presenza del lupo e della volpe.
Da un punto di vista ricettivo, nel Parco sono presenti diversi bivacchi (sempre aperti), di Rifugi invece se ne contano 4 e sono rispettivamente :
Rifugio Alpe Parpinanasca (1240 mt.), Rifugio Pian cavallone (1530 mt.), Rifugio Fantoli (1005 mt.) e la Casa dell'Alpino (1260 mt.)
Il parco è gestito dall'Ente Parco Nazionale della Val Grande che ha sede a Vogogna (VB)