Giorgio Bertone, la storia di uno tra i più grandi Alpinisti Italiani

Giorgio Bertone - foto di notiziaoggi.itLa sezione culturale del nostro portale vi presenta la storia di uno dei più grandi Alpinisti e Guide Alpine del nostro paese, Giorgio Bertone. 

 

Bertone nasce il 14 Agosto del 1942 in Valsesia, precisamente ad Agnona, una frazione di Borgosesia.

La sua prima attività alpinistica inizia nella sua valle e si protende nel gruppo del vicino Monte Rosa.

Tra gli anni 1965 e 1966 diventa Maestro di sci e Guida Alpina, professione che Bertone prenderà per tutta la vita con enorme serietà, diventando una delle Guide Alpine più affermate d'Italia.

Per svolgere la sua attività sceglie il Monte Bianco, il suo “regno”, dove Bertone compierà le salite più significative della sua carriera alpinistica.

Giovane e con pochi soldi è costretto a sistemarsi in una tenda a Planpinsieux, condividendo quest'ultima con un amico.

Negli anni '60, e per la precisione nel 1962, effettua la quarta ripetizione italiana della Nord alle Grandes Jorasses sullo sperone Walker, in cordata con un altro grandissimo dell'alpinismo italiano, Guido Machetto. L'incredibile per quegli anni è la tempistica di questa salita, effettuata in giornata senza ricorrere al bivacco in parete, nel tempo record di 13 ore e mezza.

Nel 1963, sempre con l'amico Guido Machetto, traccia una Via alla parete Ovest della Vierge nel gruppo del Massiccio del Bianco.

Gli anni d'oro per Bertone sono proprio questi; nel 1964 e nel 1965, con il toscano Cosimo Zapelli, apre dei difficilissimi itinerari alla Brenva e all'Aiguille Croux, quotati allora di 6° grado.

Sempre con Zapelli nel 1964 sale lo sperone Nord-Est della Pointe de l'Androsace (Gruppo Monte Bianco).

Questi sono gli anni anche di Bonatti, amico e compagno di scalate di Zapelli (i due insieme realizzano la prima invernale allo sperone Walker delle Grandes Jorasses); tuttavia le strade di Zapelli e Bonatti si separano quando nel '63 Zapelli entra a far parte della Società Guide Courmayeur. Proprio in questo anno però Zapelli conosce Giorgio Bertone.

Sul finire degli anni '60 è innovatore anche dal punto di vista dei materiali; ama infatti documentarsi sui prodotti più recenti e innovativi nel mondo dell'alpinismo.

Nel 1973, dal 9 al 18 gennaio, con Renè Desmaison traccia una direttissima alla Punta Walker in prima assoluta e prima invernale. Desmaison ci aveva già provato circa 2 anni prima con esiti drammatici: costretti a 12 giorni di bivacco in parete aveva visto morire il suo compagno per sfinimento. Per fortuna con il grande supporto di Bertone i due realizzano questa grande salita. La straordinaria impresa, che ha suscitato grande clamore nel mondo alpinistico, è stata portata a termine con 8 bivacchi in salita e uno in discesa.

Nel 1974 Bertone apre i suoi orizzonti al grande alpinismo Mondiale, grazie ad un supporto da parte di Fila (azienda di materiale sportivo con sede a Biella). E' il primo alpinista italiano a ricevere una sponsorizzazione come testimonial di una nuova linea di abbigliamento. Bertone si reca con il giovane amico Lorenzino Cosson (il quale gli dedicherà anni dopo la sua morte un Rifugio al Mont de la Saxe) in California nella Yosemite Valley.

I due si misurano con il colosso El Capitan, realizzando la prima salita italiana lungo la via “Nose”.

Nell’inverno del 1975, sulla parete nord delle Grandes Jorasses, sempre con Renè Desmaison realizza la prima ripetizione e la prima invernale della via Couzy alla Punta Margherita. Nel luglio dello stesso anno, sempre sulla Noire, in solitaria e in meno di sette ore porta a termine la via diretta alla parete ovest.

Riproponendo il fatto che Bertone fu anche un innovatore dal punto di vista dei materiali, nell'ambito delle tecniche di assicurazione studia e realizza un nuovo sistema di sicurezza più semplice ed efficace di quello allora in uso.

Grandissimo fu anche l'impegno di Giorgio Bertone nel Soccorso Alpino; si contano svariati interventi portati da lui a termine con grande successo e serietà.

Purtroppo la sua vita è stroncata prematuramente, all'età di 35anni a causa di un incidente aereo sotto la cima del Mont Blanc du Tacul.

 

L'alpinismo italiano perde così uno dei suoi più grandi esponenti, un uomo semplice ma allo stesso tempo enigmatico, che preferiva stare fuori dalla pubblicità delle riviste e della vita mondana.


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